Alla poesia mi avvicino dal 1993 quando a scuola studio gli autori della letteratura italiana: Leopardi, Pascoli, Ungaretti, Manzoni e altri numerosi autori, non solo poeti; la conoscenza della poesia futurista, di cui non conoscevo minimamente l’esistenza e che incuriosito ho studiato per necessità, ma anche per curiosità. La poesia però mi ha sempre affascinato.
Tutti questi e altri elementi mi hanno fatto venire voglia di “giocare”, usare le parole per divertimento. Le rime, la voglia di fare qualcosa di gradevole mi ha fatto poi scrivere numerose poesie.
Nel 1995 ho ottenuto in un mensile di quartiere “La scheggia” uno spazio dedicato esclusivamente alla poesia. La soddisfazione è stata immensa perché non avrei mai pensato a creare qualcosa di nuovo soprattutto nel quartiere di Milano dove vivo, l’Ortica. Indimenticabili i momenti in cui alcune persone, di diversa età e fascia sociale, anziani o impiegati si complimentavano o mi criticavano sulla poesia letta, aspettando però la prossima in uscita.
Terminato questo periodo le mie poesie non hanno poi avuto grande visibilità fatta eccezione per il mio libro di poesie, “Poesie dall’Ortica” dove sono racchiuse molte poesie. La poesia deve condensare i sentimenti di una persona e quindi tutto quello che sente: l’arrivo di una stagione,
l’amicizia verso un’altra persona, la sofferenza o la gioia per amore.